La memoria è uno degli aspetti più salienti dell’identità individuale ecollettiva, quindi, diventa essenziale per la comunità appropriarsi delricordo e fissarlo, anche fisicamente, sul territorio.
Colle Ameno nel comune di Sasso Marconi è il nome che identifica il complesso urbanistico – architettonico cui l’illuminista Filippo Carlo Ghisilieri, marchese e senatore della città di Bologna, nel Settecento, diede il massimo splendore. Era costituito da un borgo rurale polivalente abitato da braccianti agricoli che lavoravano le terre del marchese e da numerosi artigiani che presiedevano alle attività produttive, da una villa padronale di rappresentanza (nata dalla integrazione fra la preesistente seicentesca “palazzina” Davia e la nuova villa Ghisilieri), da un teatro privato, da un ospedale, da una fabbrica di maioliche, da una “stamperia”, da una chiesa ad uso del borgo e da altri fabbricati di servizio quali stalle, fienili, rimesse, scuderie, depositi, cantine e magazzini.
Colle Ameno, toponimo che identifica la peculiare posizione altimetrica e l’allora supposta salubrità dell’aria posto in mezzo alle dolci colline dell’incipiente Appennino e la fertile pianura alluvionale del fiume Reno, è uno dei pochissimi esempi di architettura illuministica bolognese di campagna nella quale sono coniugate le esigenze della residenza signorile con quelle dell’attività produttiva, lo stare in villa con le produzioni artigiane, un unicum pertanto in cui i rapporti tra villa, giardino e campagna o meglio tra palazzo signorile, borgo rurale ed attività agricole e artigiane costituiscono un’unità inscindibile.
Filippo Carlo Ghisilieri, nella prima metà del Settecento, seguendo la logica compositiva di riuso caratteristica dell’epoca, trasformò un piccolo insediamento preesistente costituito da una palazzina signorile (Villa Davia), una cappelletta, una casa “per ortolano” ed altri locali di servizio, in un borgo economicamente autonomo al centro del quale stava la sua principesca residenza. I possedimenti del marchese Ghisilieri costituivano dunque un microcosmo in cui la residenza signorile era il fulcro della tenuta di campagna e del borgo rurale ad essa afferente in cui avvenivano le attività produttive ed artigianali ad essa connesse.
Nel Settecento Colle Ameno fu anche il centro di numerose attività artistiche e di promozione culturale che si incentrarono prevalentemente nell’Accademia dei Vari e nella tipografia. L’Accademia, che fu attiva dal 1752 al 1765, riuniva illustri letterati, teologi, matematici, filosofi, giuristi e poeti in “eruditi conversari”, mentre la “stamperia” o tipografia, famosa per i suoi caratteri, pubblicò circa cinquanta volumi di vario genere.
Inoltre Colle Ameno deve la sua fama alla fabbrica di maioliche con tipiche decorazioni in monocromia azzurra, motivi e tipologie ripresi ancor oggi da artigiani locali.
Durante la seconda guerra mondiale Colle Ameno venne utilizzato dall’esercito tedesco come supporto alle forze aeree, ospedale militare ed infine come campo di concentramento e smistamento per uomini rastrellati nei dintorni della Linea Gotica.
CRONOLOGIA ESSENZIALE
1685: Nel possedimento detto “Le Predose” (denominato in seguito “Colle Ameno”) era presente un piccolo oratorio dedicato a Sant’Antonio da Padova, con alcuni edifici di villeggiatura estivi di proprietà della famiglia bolognese dei Davia.
1692: Il senatore Francesco Ghisilieri acquistò da Giovanni Francesco Davia il possedimento detto “Le Predose” costituito da un palazzo (è l’originaria villa Davia), da alcuni edifici di servizio tra i quali una stalla con fienile, una casa da contadino, un giardino e una cappellina.
1733-35: Il marchese e senatore bolognese Filippo Carlo Ghisilieri, nipote di Francesco, iniziò l’ampliamento e la ristrutturazione degli edifici con l’intento di creare un borgo economicamente autonomo con case e botteghe al centro del quale stava il suo palazzo di villeggiatura; iniziò inoltre la costruzione di un ospedale per uomini e donne e l’ampliamento della chiesa esistente. Contestualmente vennero costruiti alcuni locali vicino alla chiesa all’interno dei quali trovavano posto libri e macchine per esperimenti scientifici, oltre ad altre sale in cui erano collocati marmi, pietre preziose, urne antiche, vasi antichissimi e lucerne sepolcrali.
1739-41: In questo periodo vennero eseguite gran parte delle opere edili e delle decorazioni dei fronti esterni ed interni del complesso monumentale. I lavori, diretti dall’architetto Francesco Galli, forse coadiuvato da Francesco Camerio Sapori, cominciarono tra il 1733 e il 1735, continuarono, probabilmente in maniera non
continuativa, fino al 174, e proseguirono almeno fino al 1747. Le quadrature vennero realizzate sotto la guida del pittore Mauro Aldrovandini, gli stucchi e le sculture con la direzione di Angelo Gabriello Piò.
1747: Il marchese Ghisilieri era ancora intento alla costruzione e al rimodernamento del suo palazzo di villeggiatura.
1758: Un documento afferma che “…a Colle Ameno vi sono due frabberie, una di legno e l’altra di ferro, una speciaria di droghe e di medicinali, una fabbrica di perfettissime maioliche dipinte e dorate che si fanno con la terra di quel terreno, una merceria, una stamperia considerabile e di grande avviamento, un ospedale per infermi, uomini e donne, provveduto di fisico chirurgo, ministri e sacerdoti ivi residenti nella sua chiesa e
un forno per pane usuale e bianco venale…”.
1762: Filippo Carlo Ghisilieri in una lettera affermava che Colle Ameno era un centro di studio e di sperimentazione scientifica dotato di una scelta biblioteca, di un gabinetto di fisica e un altro di scienze naturali nonché di un piccolo museo archeologico, secondo una logica scientifica tipicamente illuministica.
1765: Morte improvvisa del Marchese Filippo Carlo Ghisilieri; gli succedette il figlio Francesco Pio, erede universale dell’intero patrimonio.
1781: Secondo il Calindri (storico della montagna bolognese) già in questi anni la villa si trovava in un deplorevole stato di abbandono e di decadenza.
1813: Il pronipote di Filippo Carlo, Girolamo Ghisilieri vendette il complesso edilizio di Colle Ameno e le tornature del terreno limitrofo a Pietro Rizzi, figlio di Ludovico, di Pontecchio.
1944-45: In un primo momento Colle Ameno fu utilizzato dall’ esercito tedesco per usi diversi. Dall’ottobre 1944 divenne centro di rastrellamento, selezione smistamento di civili gestito dalle S.S. e fu luogo di molte brutali uccisioni.
1946-1960: Nell’immediato dopoguerra la villa accolse numerosi sfollati. Successivamente fu suddivisa in appartamenti utilizzati per la villeggiatura estiva, mentre il borgo fu abitato in maniera stabile da numerose famiglie. Il complesso architettonico fu progressivamente abbandonato e cominciarono i crolli.
1974: L’ingegner Giovanni Rizzi con la sorella Eva donarono il complesso alla Fondazione Guglielmo Marconi con sede a Pontecchio Marconi; successivamente il Comune di Sasso Marconi ne acquistò una cospicua parte.
1990: Il Comune di Sasso Marconi ha avviato importanti interventi di restauro e recupero dell’intero complesso monumentale da attuare per stralci e la Fondazione Marconi ha provveduto al restauro della chiesa.