ORATORIO di S. Antonio da Padova

Oratorio dedicato a S. Antonio da Padova e San Pio V Ghisilieri

All’interno del Borgo si trova un oratorio barocco, unico nel suo genere, risalente al XVIII secolo e dedicato a Sant’Antonio da Padova: a pianta cruciforme, la facciata esterna, inglobata nell’edificio che comprendeva l’ospedale, è caratterizzata da due portali d’ingresso e da un alto campanile a vela sotto il quale è dipinto un orologio.

La costruzione iniziò intorno al 1675 per opera di Giovanni Antonio Davia; tra il 1733 e il 1735 il marchese e senatore bolognese ristrutturò, rimodernò ed ampliò l’oratorio di S. Antonio da Padova; nel 1738 o 1739 vi venne costruito accanto un ospedale. Nel 1747 venne dedicato anche a Papa Pio V Ghisilieri. All’interno si conservano quadrature, stucchi, altari policromi e statue lignee settecenteschi realizzati sotto la direzione di Mauro Aldrovandini e Angelo Gabriello Piò.

ARTE

Esterno
La facciata esterna settecentesca, inglobata nell’edificio che conteneva l’ospedale e i locali di residenza del parroco, presenta un facciata intonacata di cui rimane un lacerto di decorazione a quadratura; al di sopra è collocato il campanile con una copertura curva con campane d’epoca e un orologio.

Interno
Nella prima metà del Settecento un gruppo di artisti capitanati dall’importante scultore bolognese Angelo Gabriello Piò per la parte scultorea e da Mauro Aldrovandini per la parte pittorica decorano l’interno della chiesa lasciandoci innumerevoli quadrature e stucchi. L’aula è ricca di dipinti, decorazioni a quadratura, finte volte affrescate, altari in legno anch’essi dipinti, stucchi e statue in un perfetto connubio tra architettura, pittura, scultura e arti decorative. Alcune pareti sono dipinte ad imitazione dei materiali nobili quali marmo, pietre preziose e simili.

STORIA

Sulla base di un documento dell’Archivio di Stato di Bologna recuperato da Paolo Guidotti deduciamo che nel 1675 Giovanni Antonio Davia fece costruire un piccolo oratorio nel possedimento di campagna denominato “Le Predose”.

Nel 1712 la consistenza di tale cappellina, divenuta nel frattempo di proprietà della famiglia senatoria bolognese dei Ghisilieri a partire dal 1692, è ancora quella tardo-seicentesca. A partire dagli anni trenta del Settecento nel sito ormai denominato Colle Ameno, presumibilmente tra il 1733 e 35, il Marchese Filippo Carlo Ghisilieri ristrutturò, rimodernò ed ampliò la chiesa “…adornandola di scioltissime reliquie, di quadri di ottima mano, di suppellettili preziose…”.

Il 12 agosto 1737 con un breve di Papa Clemente XII l’edificio, da modesto oratorio privato quale era, fu dichiarata chiesa pubblica a cui accedevano gli abitanti del borgo e della case vicine.

Nel 1738 o 1739, secondo le pratiche illuministiche del tempo, accanto alla chiesa venne costruito un piccolo ospedale per gli uomini e per le donne posto sotto la direzione del parroco, che si occupava anche delle sepolture.

Nel 1747, secondo la data posta su un’epigrafe all’interno della chiesa, Filippo Carlo Ghisilieri dedica la chiesa, ornata auro picturis marmoribusque, ai Santi Antonio da Padova e Pio V agnato suo. Nel maggio del medesimo anno il marchese Ghisilieri presenta domanda all’Arciprete e vicario di Pontecchio per erigere un campanile per il maggior culto della comunità, che verrà eretto solo qualche anno più tardi.

La chiesa fu anche sede della Confraternita “delli Cordigeri” a partire dal 6 marzo 1750 a seguito di un decreto di costituzione del Vicario della Curia Arcivescovile di Bologna.

Dopo la morte del marchese Ghisilieri nel 1765, l’ospedale è ancora attivo almeno fino al marzo 1768, dal momento che un certo Pietro Melloni è accettato come chirurgo. Non sappiamo con certezza quando l’ospedale venne chiuso.

La chiesa passò alla famiglia Rizzi nel 1813 e vi rimase fino al 1974 quando il piccolo edificio religioso venne donato alla Fondazione Guglielmo Marconi di Pontecchio che ancora ne detiene per lascito testamentario la proprietà.

Nel 1990 la Fondazione Marconi ne ha curato il restauro